
Annalisa Nardi
Sono nata in una famiglia di cuoche sopraffine e ho cominciato a chiedere di poter cucinare prima ancora di imparare a leggere e scrivere.
Già allora evidentemente sapevo, in maniera inconsapevole ma irresistibile, che cucinare è la vita. Cucinare è emozionarsi per delle “semplici” scoperte, è fare i conti con l’imprevedibilità dei risultati, è lo stupore davanti alla magia della natura e del tempo che trasformano, è la libertà di essere originali, è l’allegria di condividere qualcosa di fatto con le proprie mani, è l’amore e il rispetto per le persone, le cose e il lavoro.
Ho cucinato di tutto, sperimentando con i più diversi metodi di preparazione e cottura. L’interesse per i cibi fermentati e le varie tecniche di fermentazione è nato quando ho cominciato ad occuparmi di alimentazione naturale e del ruolo cruciale del cibo nel ritrovare e preservare la nostra salute. Col tempo è cresciuto fino a diventare oggi la mia passione predominante!
Le verdure fermentate sono stupefacenti prelibatezze di cui non so più fare a meno. Inoltre, studiando i vari alimenti e i modi in cui possono essere trasformati, ho scoperto e capito come molti cibi fermentati siano anche incredibilmente benefici per il nostro corpo. Ormai li considero del tutto irrinunciabili, soprattutto per noi “civilizzati” che viviamo in ambienti inquinati e mangiamo spesso alimenti impoveriti (dalla selezione di varietà con più alta resa, dall’impoverimento dei suoli , dalla lunga filiera produttiva che li fa arrivare sulle nostre tavole quando non sono più vitali, ecc.)
Sono Annalisa, una grande sostenitrice delle produzioni casalinghe. Fare con le nostre mani significa capire, e la comprensione ci dà la possibilità di scegliere per davvero cosa vogliamo per noi stessi.
La fermentazione domestica è semplice e divertente: dopo aver fatto solo qualche prova, non si riesce più ad abbandonarla! Fermentare in casa vuol dire selezionare le materie prime migliori, fare le nostre personali combinazioni, controllare il grado di fermentazione, evitare di pastorizzare, scambiare conoscenze ed esperienze. Per questo i cibi fermentati in casa sono più buoni per il palato e per tutto il corpo.
Oltre a trascorrere più tempo che posso fra i barattoli per fermentare, anche le mie altre passioni nonché il mio lavoro mi tengono in cucina o nei suoi paraggi (orti, mercati contadini, lezioni pratiche, …) per gran parte delle mie giornate.
Sogno un mondo con meno additivi e frigoriferi, senza mele di Biancaneve né forni a microonde. Un mondo pieno di cibo vero per tutti, in cui sarà normale “cucinare il proprio benessere”.

Tomáš Jelinek
Il mio interesse verso i fermenti cominciò prima della mia nascita, nella pancia della mamma. Attraverso i segnali al suo inconscio, dalla profondità del suo corpo, la indirizzavo nella dispensa e manovrando i suoi occhi verso il pentolone dei crauti era un gioco facile far partire la sua mano per togliere il coperchio e far immergere le sue dita dentro quella meraviglia.
Il cavolo vivo, non cotto, che viene massaggiato di continuo da milioni di gentilissimi fermenti, sorridendo per il solletico, profumato e croccante, saporito e nutriente. Tutto questo fu tanto tempo fa, in un luogo nel mezzo d’Europa, dove l'inverno non è antipatico, perché è colorato di bianco intenso e arricchito dai sapori rubati all'estate.
Sono Tomáš, con la passione per i burattini, per le storie con il lieto fine e, ultimamente, anche per la buona cucina.
La buona cucina che può diventare un palcoscenico per una commedia dell'arte fatta ad arte. Ogni ingrediente ha il suo carattere fisso, immobile, ma mescolato con gli altri fermenta il dramma in una recita non più controllabile.
All’inizio ci sono gli sceneggiatori che vanno dall’ortolano per scegliere gli attori. Poi in cucina salutano i coltelli di antiche memorie, indossano grembiuli dai colori vivi, preparano i recipienti. Tutto è pronto per alzare il sipario: ecco apparire la Colombina, Arlecchino, Pantalone e Pulcinella travestiti da cavolo cappuccio, daikon, carota, radicchio, e da tante altre verdure ancora.
E alla fine arriva il "deus ex machina”, il misterioso processo di fermentazione che regala un finale sempre a sorpresa, con sapori e colori sempre diversi e inaspettati. Il pubblico delle pance soddisfatte esclama "bravi, bravi" per tanto tempo.
Sì, la passione per la cucina mi ha aperto un mondo inaspettato, sconosciuto, sorprendente, pieno di fantasia, odori, colori. Un mondo di creatività, che, accanto al nutrimento per il corpo, dà anche piacere e nutrimento per la mente.
La mia mente che, attraverso questi sapori da tanto tempo dimenticati, riscopre ricordi di un’infanzia felice, rivede le braccia del nonno mentre raccoglie la verdura nell'orto, rivede le mani della nonna che pigia la verdura nel gran pentolone, risente il canto dello scricciolo, che forse vorrebbe anche lui partecipare allegramente all’opera.
E alla fine la gioia dei barattoli offerti agli amici e ai viandanti, e il desiderio di condividere anche con voi le nostre esperienze nella riscoperta di questo universo.